Articoli di Giovanni Papini

1955


in "Schegge":
Apparizione di Gesù la mattina di Pasqua
Pubblicato in: Il nuovo Corriere della Sera, anno LXXX, fasc. 79, p. 3
Data: 3 aprile 1955


pag. 3




   Una mattina di Pasqua, parecchi anni fa, ero solo in casa e non avendo voglia di scrivere nè di leggere correvo da una finestra all'altra guardando fuori il cielo rannoso e il pioviscolio intermittente. Ad un tratto tra i ferri del cancelletto ch'è di fronte allo studio, vidi affacciarsi un uomo giovane con una specie di zaino sulla spalla e lo giudicai alla lontana un mendicante. Corsi subito ad aprire e alle prime parole dello sconosciuto, dette in un castigliano un po' duro, mi avvidi di avere sbagliato. Era un giovane un po' malandato e male in arnese, con due occhi castagni frugatori che potevano essere quelli di un borsaiolo o d'un novelliere. Mi disse subito che era un pittore colombiano venuto in Europa con una borsa di studio del suo governo per vedere i nostri musei e le nostre gallerie. S'era fermato a Firenze per visitare gli Uffizi e per venire da me. Quando si fu entrati in casa e si fu seduti uno accanto all'altro, trasse fuori dal suo zaino due involti e alcune carte.
   — Son partito da Bogotà — mi disse — col pensiero di venire da lei a portarle questi ricordi della mia patria. Ho letto alcuni libri suoi e non saprei come sdebitarmi.
   Così dicendo trasse d’uno di quegli involti due ventagli di paglia fine ricamati con lana rossa e me ne dette uno.
   — Quest'altro — disse — è per la Signora.
   Poi, una per volta, mi consegnò due fotografie di boscaglie colombiane. un pacchetto di sigarette chiamate « Salvaje » e due biglietti di banca del suo paese, nuovissimi fiammanti.
   — Ho scelto tutto questo per lei perchè voglio pensare che in casa del mio scrittore preferito rimanga qualche cosa della mia patria.
   Gli offrii in contraccambio uno dei miei libri, ma non volle accettarlo e mi chiese invece un ritratto con la mia firma. Soltanto allora mi venne in mente di chiedergli il suo nome. E fui stupito e quasi commosso, in quel mattino di Pasqua, quando mi sentii rispondere:
   Jesus Maria Rivas.
   Nel giorno della Resurrezione di Cristo, era venuto a me, dall'altra faccia della terra, un visitatore inaspettato e sconosciuto, che si chiamava Gesù, per portarmi i suoi doni.
   Appena ebbe avuto la fotografia mi baciò la mano e partì in gran fretta. Da quel giorno non ho saputo più nulla di lui.


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